In Italia una diagnosi di sclerosi multipla ogni 3 ore

Ci sono 126mila pazienti e si registrano 3400 nuovi casi l’anno

Solo in Italia, sono 126mila i pazienti con sclerosi multipla, oltre 3400 i nuovi casi l’anno, con una diagnosi ogni tre ore. È quanto evidenzia la Società italiana di neurologia, Sin che, in occasione della Giornata Mondiale della Sclerosi Multipla, sottolinea la necessità, condivisa con i decisori politici, di un potenziamento della sanità territoriale che è stato posto, infatti, al centro dell’agenda politica dei prossimi anni e tra i pilastri del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). L’obiettivo è quello di riorganizzare la presa in carico del paziente con una particolare attenzione alla prossimità della cura.

Negli ultimi due anni, la pandemia da COVID-19 ha stimolato un’accelerazione nello sviluppo e nella disponibilità di servizi sanitari di prossimità che va nel senso di una migliore accessibilità dei pazienti alle prestazioni assistenziali. Molte di queste a basso impegno assistenziale potrebbero essere gestite in setting extra-ospedalieri, a livello territoriale e/o al domicilio del paziente, in diverse fasi del percorso del paziente con sclerosi multipla.

“La Società Italiana di Neurologia sta lavorando a una proposta di modello organizzativo della presa in carico del paziente con SM speiga il Prof. Claudio Gasperini, Responsabile del Gruppo di Studio Sclerosi Multipla della SIN –  in cui possa essere valorizzato il setting territoriale e domiciliare con l’obiettivo finale di ridurre le distanze e migliorare l’assistenza dei nostri pazienti anche attraverso la telemedicina intesa come tele-visita, teleconsulto e tele-cooperazione. In questo contesto, il percorso di cura ideale per una corretta gestione e un’appropriata presa in carico non solo ospedaliera del paziente deve basarsi sul principio del best setting model e quindi: coinvolgere e coordinare tutti i nodi territoriali per ottimizzare la gestione del percorso dei pazienti, soprattutto cronici; facilitare l’accesso e l’empowerment del cittadino-paziente; ridurre le distanze tra ospedale e territorio, favorendo la comunicazione e l’interazione strutturata tra medici specialisti, infermieri specializzati/case manager, medici di medicina generale, operatori sanitari del territorio; evitare un improprio consumo di risorse, ridurre i costi non necessari e gestire la complessità favorendo la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale”.

“La sclerosi multipla (SM) è una malattia cronica del sistema nervoso centrale che solo in Italia colpisce circa 126.000 persone e fa registrare oltre 3400 nuovi casi ogni anno – spiega il Prof. Alfredo Berardelli, Presidente della Società Italiana di Neurologia – Insorge generalmente tra i 20 e i 40 anni con una maggiore frequenza nelle donne. Si tratta di una patologia dal forte impatto emotivo e sociale che comporta una disabilità rilevante, che, spesso, compare dopo alcuni anni di storia clinica e un lungo decorso che si prolunga per tutta la vita”.

I sintomi più comuni della SM sono perdita di equilibrio, cattiva coordinazione, tremori, disturbi del linguaggio, vista sfocata, riduzione di forza, perdita della capacità deambulatoria, perdita del controllo sfinterico, deficit delle funzioni cognitive, disfagia, dolore, e fatica, che sono variamente presenti anche nello stesso soggetto.

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