Palermo, 22 giu. (LaPresse) – “Un’ultima parola a tutti noi che, come giudici siamo pronti a lapidare sempre qualcuno che ha sbagliato. Ho letto su un muro della nostra città, nei pressi della Chiesa del Divino Amore, una frase che chiedeva riposo eterno per Elena e tormento eterno per la sua mamma. Non credo che la piccola Elena sarebbe d’accordo con quelle parole, come ogni bambino. E voi genitori, non insegnate la violenza delle parole ai vostri figli, né sui social, né sui nostri muri già abbastanza sporchi. Perché un bambino, quello che Gesù Cristo ha messo al centro, non è capace di concepire vendette, sedie elettriche, patiboli mediatici e, se impara queste cose, le impara da noi. I bambini sono “puri di cuore”, dice Gesù Cristo e non sanno imbracciare né armi, né impugnare pietre.”. Queste le parole dell’arcivescovo di Catania Luigi Renna nell’omelia del funerale della piccola Elena Del Pozzo, la bimba uccisa lunedì 13 giugno dalla madre Martina Patti, rea confessa, nelle campagne di Mascalucia in provincia di Catania. Davanti ad una basilica stracolma di familiari, amici l’arcivescovo ha poi aggiunto: “E se un domani ci dovessero essere altre vittime come la nostra piccola Elena, sarà perché qualcuno avrà seminato nel campo di Dio la gramigna dell’ odio, della vendetta, della rabbia, della irrazionalità. Sforziamoci di seminare ciò che Cristo e ogni uomo animato da buona volontà spargono con abbondanza: misericordia, pietà, giustizia, dialogo, prevenzione di ogni forma violenza. Solo così non ci saranno più funerali com’è questo. Che la Vergine Santa e Sant’Agata prendano per mano la piccola Elena e pregano per tutti noi adulti, perché sappiamo allungarci, alzarci sulle punte dei piedi, per stare all’altezza dei bambini”.

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