Assalto alla Cgil: salgono a 30 gli indagati, tra di loro ci sono il ‘no vax’ Franzoni e il capo ultras della Juventus

Le accuse formulate dagli inquirenti sono quelle di devastazione e saccheggio aggravato, violenza e resistenza a pubblico ufficiale aggravata

Sono trenta le persone indagate per l’assalto alla Cgil durante la manifestazione organizzata dal movimento ‘no vax’ lo scorso 9 ottobre a Roma. Gli agenti della Digos della questura dalla Capitale, su disposizione del gip, hanno eseguito un’ordinanza cautelare personale nei confronti di altre 5 persone, indiziate a vario titolo delle violenze contro la sede del sindacato avvenute a margine della manifestazione in Piazza del Popolo contro il Green pass. Misure che si aggiungono alle 25 già eseguite nell’ambito delle stesse indagini.

Le accuse formulate dagli inquirenti sono quelle di devastazione e saccheggio aggravato, violenza e resistenza a pubblico ufficiale aggravata. Tra i nuovi arrestati anche il leader ‘no vax’ Nicola Franzoni, noto per l’appartenenza a movimenti di estrema destra, che è stato portato in carcere con le pesanti accuse anche di istigazione a disobbedire alle leggi e violazione del divieto di ritorno nel comune di Roma.

L’obbligo di dimora e di firma invece per Claudio Toia, tra i leader storici della curva della Juventus e capo del gruppo ultras ‘Antichi valori’, già colpito da un Daspo per gli scontri scoppiati durante l’ultimo derby con il Torino. “Quello che sapevamo da tempo è confermato ulteriormente: l’assalto alla sede nazionale Cgil a Roma dello scorso 9 ottobre fu guidato dagli ambienti dell’estrema destra italiana“, ha commentato il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, tornando a incalzare il governo per “sciogliere queste organizzazioni che continuano a infestare la vita sociale del nostro Paese”. Stessi toni usati anche dalla deputata Pd Laura Boldrini. “Dei 30 accusati – ha osservato Boldrini – quasi tutti fanno parte dell’organizzazione di estrema destra Forza Nuova. Si conferma quindi ulteriormente l’urgenza di sciogliere le formazioni neofasciste. Una necessità già ribadita dal Parlamento con un’apposita mozione e che ancora attende concreta attuazione da parte del Governo”.

Per l’irruzione nell’edificio di Corso Italia sono già a processo i leader storici di Forza Nuova, Roberto Fiore e Giuliano Castellino. Per gli indagati che invece hanno scelto il rito abbreviato si attende a breve la sentenza di primo grado.